Un sistema salute più integrato per il futuro dell’ematologia in Italia

L’ematologia italiana rappresenta una delle eccellenze della medicina del nostro Paese, ma oggi deve affrontare una sfida cruciale: mantenere la propria capacità di innovare e garantire equità di accesso alle cure in un sistema sanitario sempre più complesso. Per rispondere a questa esigenza nasce il progetto "Le frontiere dell'innovazione terapeutica e gli impatti sull'organizzazione in Ematologia" , promosso da The European House - Ambrosetti con il contributo non condizionante di Novartis, in collaborazione con le principali realtà del settore: la Società Italiana di Ematologia (SIE), il Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto (GIMEMA) e l’Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL). 

L’obiettivo è ambizioso: definire una visione condivisa per il futuro dell’ematologia in Italia, individuando le priorità politiche, istituzionali e territoriali su cui intervenire per rafforzare le reti di cura e sostenere l’innovazione terapeutica. Il progetto ha portato alla realizzazione di un Position Paper che fotografa lo stato dell’ematologia italiana e propone sette azioni strategiche per migliorarne governance, efficienza e sostenibilità. 

Tra i punti chiave emergono la necessità di una cabina di regia nazionale che coordini le reti ematologiche regionali, il potenziamento dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA), la valorizzazione delle risorse umane e il rafforzamento della collaborazione tra ospedali e territorio. Il documento sottolinea anche l’urgenza di riconoscere l’ematologia come area prioritaria di investimento all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, in un momento in cui l’innovazione scientifica sta aprendo nuove prospettive di cura. Tuttavia, l’accesso a queste innovazioni richiede un sistema capace di integrare ricerca, produzione e assistenza in modo sostenibile. Uno degli aspetti più rilevanti emersi dallo studio è il tema della burocrazia eccessiva: secondo i dati raccolti, gli ematologi italiani dedicano circa il 40% del loro tempo a pratiche amministrative, riducendo lo spazio per la ricerca clinica e la relazione con i pazienti. 

Semplificare i processi e ridurre i carichi gestionali è quindi una delle priorità per liberare risorse e restituire tempo alla cura. L’iniziativa non si limita a descrivere i problemi, ma propone una roadmap di interventi concreti per colmare le disuguaglianze territoriali, promuovere una governance più efficiente e valorizzare le competenze professionali. Per Novartis, sostenere questa iniziativa significa contribuire a una riflessione sistemica che va oltre la singola innovazione terapeutica. Significa accompagnare il cambiamento del sistema salute, favorendo il dialogo tra istituzioni, clinici e associazioni di pazienti per costruire un ecosistema più forte, equo e capace di accogliere il futuro dell’ematologia. Il progetto rappresenta quindi un punto di incontro tra visione e azione: una piattaforma di confronto e proposta che rinnova l’impegno di Novartis nel sostenere la scienza, le persone e le strutture che ogni giorno rendono possibile la cura.

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